La nottata zen nella splendida casa di Sonoma respirando eucalipto ha rigenerato tutti. Ripartiamo e torniamo a Napa e lo facciamo sulle note dell’immenso Burt Bacharach, in un remake di se stesso in brani scelti da Man. Una delle cose che mi piacciono quando ritorno in un posto, è l’abbraccio con le persone che ho avuto modo di conoscere la volta precedente. Vinogirl è certamente una di queste e le ore trascorse con lei, sono state stupende.Prima siamo andati in un’azienda non troppo piccola, Groth di proprietà dell’ideatore dell’Atari (che gioiscano i nostalgici!). Certamente prevenuti, abbiamo immediatamente dovuto ricrederci dinanzi al Cabernet Sauvignon “Oakville” 2004. Un’altra conferma per la mutazione che si sta perpetuando da anni in Napa. Il vino è molto buono e cavalca il tempo a petto infuori in tutta la sua vigoria. Fu il primo vino americano a cui Robert Parker assegnò 100/100 con l’annata 1985.
Poi siamo finiti da Corison, altra bella scoperta e ottimo il loro Cabernet Sauvignon Kronos 1998, come scrive Jeremy nel suo ultimo post. La giornata è proseguita con un hamburger nel centro di Napa dove la mia fame si è placata di colpo quando nel locale è entrata la sosia di Gloria Guida come in “Fico d’India” di Steno. Identica ma meglio.
Un paio d’ore e quattro birre più tardi, siamo ripartiti alla volta della casa di Vinogirl. Una sorta di paradiso terreste racchiuso tra i boschi della Valley. Un gioiello di casa nella quale ci ha offerto ospitalità per le prossime volte che verremo qui. Un vigneto su due balze a fare da giardino e alberi giganteschi tutt’attorno oltre al profumo inebriante del bosco, sono gli ingredienti per un aperitivo perfetto sulla grande terrazza al piano superiore. Il marito oltre a lavorare in un’azienda vitivinicola come winemaker (vinomaker), aiuta alcuni privati a produrre il loro vino e si fa anche il suo acquistando uva da amici.
Sotto casa una cantina con qualche barrique, un assaggio da una di queste e ancora tanto stupore per l’incredibile slancio alla beva di questi vini. Poi il capolavoro assoluto; una sua bottiglia di cabernet sauvignon 2009 da antologia. Bottiglia uccisa in meno di mezz’ora e non parliamo di un vinino, bensì di una prorompente ricchezza di frutto ma con una corretta acidità ad accompagnarla con estremo piacere fino in fondo alla gola. Roba porno. Un vino fantastico.
Il tempo stringe e noi dobbiamo ripartire per Houston. Man ha una voglia folle di riabbracciare le sue ragazze e noi domani torniamo a casa.
Un grazie di cuore al mio bromance Jeremy (man) per questa California che c’ha fatto vivere così intensamente e così a fondo. Un grazie e un a presto a Vinogirl, che spero di rivedere quanto prima.
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